giovedì 15 maggio 2025

Corso di storia dell'arte: 10 PRASSITELE





Prassitele: Lo Scultore della Grazia Eterna

L'artista che incantò il mondo

Nel cuore pulsante dell'Atene del IV secolo a.C., tra il marmo che prendeva vita sotto mani sapienti, nacque Prassitele, lo scultore destinato a ridefinire l'ideale della bellezza. Figlio di Cefisodoto e padre di Timarco e di un secondo Cefisodoto, il suo nome divenne leggenda, un simbolo di grazia e armonia che avrebbe influenzato generazioni di artisti. Le sue opere, replicate instancabilmente nel tempo, non erano solo capolavori di tecnica, ma incarnazioni di un'estetica nuova, delicata e sensuale, capace di trasmettere emozioni e sogni.

L'Afrodite Cnidia: il capolavoro della femminilità

Se c'è un'opera che più di tutte ha consacrato Prassitele come maestro dell'eleganza, questa è l'Afrodite di Cnido. Mai prima di allora una dea era stata rappresentata in tutta la sua nudità, con una naturalezza e una raffinatezza senza precedenti. Il corpo sinuoso, lo sguardo dolce e quasi sognante, la posa studiata con sapiente maestria: tutto contribuisce a creare un'immagine senza tempo della bellezza femminile. Cnido scelse questa statua rispetto alla versione vestita preferita dall'isola di Coo, e non se ne pentì mai. L'isola divenne meta di pellegrinaggio per chiunque volesse ammirare il divino incarnato nel marmo. Nicomede di Bitinia offrì una somma incalcolabile per averla, ma i cnidii rifiutarono: la loro città non poteva privarsi di un simile tesoro.

Un mondo di divinità rese umane

Prassitele non fu solo lo scultore di Afrodite, ma il creatore di un pantheon di figure divine immerse in un'aura di dolce umanità. Il suo **Eros di Tespie**, commissionato dalla celebre etera Frine, incarnava l'amore giovane e innocente, mentre l'**Apollo Sauroctono**, in cui il dio bambino gioca con una lucertola, sorprendeva per la sua leggerezza e freschezza. Le sue Artemidi, tra cui la **Diana di Gabii**, e i suoi Dionisi non erano più le figure solenni della tradizione classica, ma creature vibranti di vita e grazia, immerse in movimenti fluidi e atteggiamenti naturali.

Satiri e divinità: l'armonia tra umano e selvaggio

Uno degli aspetti più affascinanti dell'arte prassitelica è la capacità di trasformare anche gli esseri della natura selvaggia in creazioni di raffinata bellezza. Il **Satiro Versante**, con la sua posa rilassata e la delicatezza dei suoi lineamenti, è l'esempio perfetto di come l'artista riuscisse a umanizzare il divino e divinizzare l'umano. Il **Satiro Anapauòmeno**, appoggiato con noncuranza a un tronco d'albero, suggerisce una sensazione di serenità e di dolce abbandono, un nuovo modo di concepire la scultura.

L'arte della morbidezza: il segreto della bellezza

Ciò che rende uniche le opere di Prassitele è la sua tecnica rivoluzionaria. A differenza degli scultori del V secolo, che cercavano equilibrio e tensione dinamica, egli preferì un'armonia morbida e sinuosa. I suoi corpi sembrano avvolti da una luce soffusa, grazie a un modellato che sfuma dolcemente i contorni e a un sottile gioco di chiaroscuro. Anche i panneggi, mai rigidi o severi, si piegano in movimenti fluidi e ondeggianti, avvolgendo le figure con un'eleganza ineguagliabile.

Un'eredità senza tempo

La grandezza di Prassitele non si fermò all'epoca classica: la sua influenza si estese fino all'età ellenistica e oltre, ispirando gli artisti del Rinascimento e del Neoclassicismo. La sua visione della bellezza, lontana dal pathos tragico e dalla monumentalità severa, aprì la strada a un'arte più umana, sensuale e poetica. Ancora oggi, davanti a una delle sue copie, si può percepire il soffio vitale che egli seppe infondere nel marmo, la dolcezza ineffabile di uno sguardo, l'equilibrio perfetto tra grazia e realtà.

Prassitele non fu solo uno scultore: fu il creatore di un sogno, quello della bellezza eterna.

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