domenica 18 maggio 2025

Corso di storia dell'arte: 13 FIDIA

 






Fidia, il Genio della Scultura Greca
L’uomo che trasformò il marmo in divinità
Atene, V secolo a.C. Una città al culmine del suo splendore, guidata dall’illuminata visione di Pericle, vede emergere un artista il cui nome sarà scolpito nella storia: Fidia. Scultore, architetto, innovatore, Fidia non fu solo un maestro della pietra e del bronzo, ma colui che diede forma visibile agli ideali della Grecia classica.

Nato intorno al 490 a.C. ad Atene, Fidia si formò in un ambiente di grande fermento culturale. Fu forse allievo del pittore Egia, ma ben presto abbandonò i pennelli per abbracciare il martello e lo scalpello. La sua arte, segnata da un senso di grandiosità e armonia, avrebbe ispirato generazioni di artisti, scolpendo nell’eternità la gloria della Grecia.

Il Partenone: un sogno di marmo e oro
Se c’è un’opera che meglio di tutte incarna il genio di Fidia, è il Partenone. Più che un tempio, un manifesto della supremazia culturale ateniese. Pericle, determinato a fare di Atene il faro del mondo greco, gli affidò la direzione dei lavori per la decorazione del nuovo santuario di Atena.

Fidia non si limitò a supervisionare: fu l’anima di un’impresa titanica. I fregi, le metope, i frontoni: ogni elemento parlava la lingua della bellezza e della perfezione. Ma il vero capolavoro era all’interno del tempio: l’Atena Parthènos, una colossale statua crisoelefantina, fatta d’oro e avorio, che dominava la cella sacra con il suo sguardo imperturbabile. Un’opera senza pari, destinata a diventare leggenda.

Lo Zeus di Olimpia: la divinità prende vita
Non pago di aver dato forma all’immagine più grandiosa di Atena, Fidia ricevette un incarico ancora più straordinario: scolpire la statua di Zeus per il santuario di Olimpia. Qui, tra il 435 e il 425 a.C., nacque quella che sarebbe stata celebrata come una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico.

Imponente, maestoso, lo Zeus di Olimpia sedeva su un trono intarsiato d’oro, ebano e avorio. Il dio sembrava vivo, pronto a parlare, a muoversi. I viaggiatori che lo ammiravano restavano senza fiato, convinti di trovarsi al cospetto della stessa divinità.

L’invidia e la caduta: l’artista perseguitato
Ma il destino non fu generoso con Fidia. Troppo vicino a Pericle, troppo grande per essere ignorato, divenne bersaglio delle lotte politiche che laceravano Atene. Accusato di aver sottratto oro destinato alla statua di Atena, riuscì a dimostrare la sua innocenza, ma un’altra accusa lo colpì: quella di empietà.

Secondo i suoi detrattori, aveva osato ritrarre sé stesso e Pericle sullo scudo della dea. Un affronto inaccettabile. Fu imprigionato e, poco dopo, morì in circostanze misteriose. Avvelenato? Stroncato dalla malattia? Nessuno lo sa con certezza. Ma il suo mito era ormai scolpito per sempre nella memoria del mondo.

L’eredità immortale di Fidia
Sebbene le sue opere originali siano andate perdute, il segno di Fidia è ancora tra noi. Le copie romane, i rilievi del Partenone conservati al British Museum, le descrizioni degli antichi ci raccontano di un artista senza pari, capace di catturare la divinità stessa e renderla eterna.

Il suo stile, fatto di grandiosità e compostezza, continua a ispirare e affascinare. Fidia non fu solo uno scultore: fu il narratore visivo della grandezza greca, l’uomo che trasformò il marmo in poesia, il bronzo in mito. E, come ogni mito, il suo nome non morirà mai.

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