






Le Radici Millenarie dell'Arte Egizia
L'arte egizia affonda le sue radici in un passato remoto, ben prima del IV millennio a.C., evolvendosi in un intreccio di influenze culturali provenienti dal Vicino Oriente, dalla Siria-Palestina e dalla Fenicia. La sua eredità si estende fino al XIX secolo e oltre, lasciando un segno indelebile nella storia dell'arte. Questo straordinario percorso artistico si suddivide in due fasi principali: l'arte predinastica, caratterizzata da espressioni primitive e simboliche, e l'arte dinastica, che segna l'ascesa di un linguaggio artistico codificato e raffinato.
L'Arte Dinastica: Un Viaggio Attraverso i Secoli
L'arte dinastica egizia si sviluppa in un arco di tempo vastissimo, segnato da periodi di grande fioritura e momenti di declino. La sua evoluzione non è lineare, ma scandita da fasi di splendore artistico intervallate da periodi di crisi politica e culturale.
Le Epoche dell'Arte Dinastica
Periodo Protodinastico o Tinita (3150 - 2700 a.C.): La nascita delle prime dinastie faraoniche segna l'inizio dell'arte monumentale.
Antico Regno (2700 - 2160 a.C.): Il periodo delle grandi piramidi e dell'arte funeraria altamente simbolica.
Primo Periodo Intermedio (2160 - 2055 a.C.): Un'epoca di frammentazione politica e sperimentazione artistica.
Medio Regno (2055 - 1790 a.C.): La rinascita artistica e la raffinata produzione di statue e rilievi.
Secondo Periodo Intermedio (1790 - 1540 a.C.): L'invasione degli Hyksos introduce nuove influenze culturali.
Nuovo Regno (1540 - 1080 a.C.): L'apogeo dell'arte egizia, con i fasti di Tebe e il grandioso tempio di Karnak.
Terzo Periodo Intermedio (1080 - 672 a.C.): Una fase di trasformazione, segnata dalla convivenza di diverse tradizioni artistiche.
Periodo Tardo (672 - 343 a.C.): L'influenza straniera inizia a lasciare il segno, con la graduale perdita dell'identità originaria.
Un'Arte al Servizio dell'Eternità
L'arte egizia non era concepita per l'estetica fine a se stessa, ma aveva uno scopo ben preciso: celebrare e perpetuare il potere assoluto del faraone, il legame con il divino e la continuità della vita dopo la morte. Il concetto di "arte" come lo intendiamo oggi non esisteva per gli egizi: gli artisti non erano creatori nel senso moderno, ma interpreti di un codice visivo sacro e immutabile.
L'armonia rigorosa delle proporzioni, il simbolismo religioso e la ricchezza del pantheon divino furono le caratteristiche principali dell'arte dinastica. Un esempio straordinario di questa sintesi artistica e teologica è il "Libro dei Morti", che rappresenta un compendio di credenze e pratiche funerarie destinate a garantire l'immortalità dell'anima.
Dalla Natura all'Astrazione: Il Cammino dell'Arte Egizia
Se all'inizio dell'Antico Regno l'arte egizia mostrava un certo naturalismo, come nelle scene di vita quotidiana delle tombe della III dinastia, con il tempo si giunse a una progressiva idealizzazione. Le monumentali piramidi di Menfi sono un chiaro esempio di questa tendenza all'astrazione geometrica. Durante il Medio Regno, l'arte si affinò ulteriormente, con un accademismo che trovò la sua massima espressione nella scultura regale. Infine, nel Nuovo Regno, gli artisti egizi assorbirono influenze mesopotamiche e cretesi, dando vita a opere di straordinaria magnificenza.
Con l'avvento delle dominazioni straniere, dagli Hyksos agli Assiri, fino ai Persiani e ai Romani, l'arte egizia perse gradualmente la sua originalità, fino a dissolversi nell'arte classica greco-romana.
L'Arte Predinastica: Le Origini del Simbolismo Egizio
Prima della nascita delle prime dinastie, l'arte egizia si manifestava già con incisioni rupestri lungo il corso del Nilo, raffiguranti animali della savana, scene di caccia e momenti di vita quotidiana. In questo periodo arcaico furono introdotti anche i primi strumenti musicali, impiegati nei rituali religiosi e propiziatori.
Una delle forme artistiche più significative era l'arte funeraria. Le prime tombe erano semplici fosse ovali o rettangolari, spesso protette da palizzate di legno o mattoni. Il defunto veniva deposto in posizione fetale, con il volto rivolto a ovest, accompagnato da un modesto corredo di oggetti personali: vasi, statuette, armi e monili.
Le Arti Decorative e l'Innovazione Ceramica
L'arte predinastica comprendeva anche oggetti decorativi e manufatti ceramici. I vasi di Naqada I, noti per il loro caratteristico "orlo nero", rappresentano un esempio affascinante di questa tradizione. Progressivamente, la ceramica si arricchì di decorazioni figurative, con motivi naturalistici di animali e esseri umani.
Un importante lascito di quest'epoca sono le tavolozze rituali in scisto, inizialmente utilizzate per la cosmesi e successivamente trasformate in supporti votivi decorati con rilievi. Tra le più celebri vi è la Tavolozza di Narmer, conservata al Museo del Cairo, che segna il passaggio dall'arte preistorica a quella dinastica, testimoniando l'unificazione dell'Egitto sotto un unico sovrano.
Il Periodo Protodinastico: La Nascita di un'Iconografia Imperiale
Nel Periodo Protodinastico, noto anche come Arcaico, emergono le prime forme di scrittura geroglifica e si consolidano i primi centri di potere. Thinis e Menfi diventano le capitali del regno unificato, e le loro necropoli reali di Abido e Saqqara rappresentano le prime testimonianze di un'architettura funeraria monumentale. Anche se le tracce archeologiche di questo periodo sono scarse, esso segna l'inizio della lunga tradizione artistica egizia che dominerà per oltre tremila anni.
Un'Arte per l'Eternità
Dai bassorilievi delle tombe ai colossali templi dedicati agli dei, l'arte egizia ha sempre avuto un unico obiettivo: sfidare il tempo e garantire l'immortalità. La sua eredità continua a vivere nelle sabbie del deserto, tra le colonne di Karnak e le statue di Abu Simbel, testimoni silenziosi di una civiltà che ha saputo coniugare arte, religione e potere in un'unica, grandiosa visione del mondo.
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