venerdì 10 ottobre 2025

Corso di storia dell'arte: 5 ASSIRI








L’Arte Assira: Splendore e Potere

Introduzione: La Forma come Linguaggio del Potere

L’arte assira rappresenta una delle più alte espressioni della civiltà mesopotamica, nella quale il linguaggio figurativo diviene strumento di propaganda, veicolo ideologico e riflesso della visione totalizzante del potere imperiale. Attraverso la monumentalità delle opere e il rigore della composizione, l’arte assira non solo celebra la gloria del re, ma costruisce un universo simbolico in cui l’ordine cosmico coincide con la supremazia politica del sovrano¹.

Tre Ere di Grandezza

La storia dell’arte assira si articola in tre grandi periodi: Paleoassiro (1950–1365 a.C.), Medioassiro (1365–932 a.C.) e Neoassiro (932–612 a.C.)².
Le prime due fasi ci hanno lasciato solo frammenti e sigilli incisi, ma nel periodo neoassiro si assiste a una straordinaria fioritura artistica. Le grandi città – Nimrud, Khorsabad e Ninive – diventano poli culturali e simboli della potenza imperiale. I palazzi reali, ornati da rilievi, statue colossali e porte di bronzo, costituiscono la perfetta rappresentazione visiva dell’autorità del re³.

Il Potere della Scultura: Guerra e Propaganda

La scultura assira, fortemente influenzata dalle tradizioni babilonesi, evolve nel corso dei secoli in una forma autonoma e riconoscibile. I bassorilievi del periodo neoassiro sono veri e propri strumenti di comunicazione politica: rappresentano guerre, cerimonie religiose, battute di caccia e trionfi militari.
Queste immagini non sono semplici cronache visive, ma atti ideologici: la rappresentazione del sovrano vittorioso legittima il suo dominio e trasmette un messaggio di forza e di ordine universale⁴.

Nei rilievi di Ninive dedicati al re Assurbanipal (668–627 a.C.), la caccia al leone diviene metafora del dominio umano sul caos naturale. L’opera più celebre, la Leonessa ferita, rivela una tensione drammatica e un realismo anatomico che anticipano sensibilità artistiche successive⁵.

Giganti di Pietra: I Guardiani del Re

Tra le opere più iconiche dell’arte assira vi sono i Lamassu, colossi di pietra raffiguranti tori o leoni alati con volto umano.
Collocati agli ingressi dei palazzi, avevano una duplice funzione: apotropaica e politica. Essi proteggevano simbolicamente il re dagli spiriti maligni e allo stesso tempo manifestavano la potenza e l’invincibilità dell’impero⁶.
Esemplari perfettamente conservati sono oggi custoditi al British Museum di Londra e al Louvre di Parigi, testimonianza della raffinatezza tecnica e della visione cosmica assira.

Il Rilievo: Cronache di Conquiste e Cacce Regali

I rilievi monumentali costituiscono la massima espressione dell’arte assira.
Le decorazioni dei palazzi di Nimrud, Khorsabad e Ninive celebrano le gesta di sovrani come Assurnasirpal II, Tiglatpileser III, Sargon II e Sennacherib.
Le scene raffigurano battaglie, assedi e cerimonie di vittoria, ma anche momenti rituali e religiosi. Con Sennacherib si raggiunge un raffinato equilibrio compositivo, con sfondi paesaggistici e un’attenzione crescente ai dettagli naturalistici⁷.

Questi rilievi, originariamente dipinti con colori vivaci, erano collocati lungo i corridoi dei palazzi per guidare il visitatore in un percorso simbolico, dall’ingresso al trono, in un crescendo di potenza visiva e spirituale⁸.

Colori Perduti e Arti Decorative

Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare oggi, i bassorilievi non erano spogli: le superfici erano vivacemente colorate con pigmenti rossi, blu e dorati, oggi perduti. Alcuni frammenti di pittura murale provenienti da Til-Barsip e Assur testimoniano la complessità cromatica originaria⁹.

L’arte dell’avorio, particolarmente sviluppata nel periodo neoassiro, rappresenta il versante più raffinato dell’artigianato di corte. Avori intarsiati, oggetti rituali e arredi finemente decorati sono stati rinvenuti a Nimrud, rivelando il gusto per il lusso e la delicatezza formale¹⁰.

Moda e Gioielli: L’Estetica del Potere

Le rappresentazioni artistiche ci offrono anche preziose informazioni sugli abiti e gli ornamenti dell’élite assira.
I sovrani indossavano lunghe vesti di lana decorate da ricami complessi, e portavano gioielli in oro e pietre preziose. Bracciali, orecchini e diademi, rinvenuti nelle tombe reali di Nimrud, testimoniano l’altissimo livello di maestria artigianale e il valore simbolico dell’ornamento come segno di autorità e sacralit๹.

Conclusione: L’Eredità di un’Arte senza Tempo

L’arte assira non era un semplice esercizio estetico, ma un linguaggio del potere, capace di coniugare il realismo delle forme con l’astrazione del simbolo.
Ogni rilievo, ogni colosso, ogni avorio riflette una precisa volontà politica: affermare la centralità del re come garante dell’ordine cosmico e terrestre.
La sua influenza si estese ben oltre la fine dell’impero, lasciando tracce nella cultura persiana achemenide e, indirettamente, nell’immaginario figurativo del mondo greco-romano¹².

Oggi, i reperti assiri custoditi nei musei di tutto il mondo non sono soltanto testimonianze storiche, ma veri e propri manifesti visivi del potere, che continuano a parlare con voce solenne attraverso i millenni.

Note

  1. M. Liverani, Antico Oriente: Storia, società, economia, Laterza, Roma-Bari 2011.

  2. J. Reade, Assyrian Sculpture, The British Museum Press, London 1998.

  3. H. W. F. Saggs, The Might That Was Assyria, Sidgwick & Jackson, London 1984.

  4. P. Matthiae, La storia dell’arte dell’Oriente antico, Einaudi, Torino 1996.

  5. R. Barnett, Sculptures from the North Palace of Ashurbanipal at Nineveh, British Museum, London 1976.

  6. E. Porada, Ancient Art in the Near East, Yale University Press, New Haven 1965.

  7. A. K. Grayson, Assyrian Royal Inscriptions, Wiesbaden 1972.

  8. D. Ussishkin, The Conquest of Lachish by Sennacherib, Tel Aviv University Press, 1982.

  9. M. Roaf, Cultural Atlas of Mesopotamia and the Ancient Near East, Facts on File, New York 1990.

  10. J. Curtis (ed.), Ivories from Nimrud, British Museum Publications, London 1988.

  11. H. Frankfort, The Art and Architecture of the Ancient Orient, Penguin, London 1954.

  12. G. Buccellati – M. Kelly-Buccellati, The Greatness That Was Babylon and Assyria, Chicago University Press, Chicago 2010.

Bibliografia

  • Barnett, R. D., Sculptures from the North Palace of Ashurbanipal at Nineveh, London, British Museum, 1976.

  • Buccellati, G., Kelly-Buccellati, M., The Greatness That Was Babylon and Assyria, Chicago University Press, Chicago, 2010.

  • Curtis, J. (ed.), Ivories from Nimrud, British Museum Publications, London, 1988.

  • Frankfort, H., The Art and Architecture of the Ancient Orient, Penguin Books, London, 1954.

  • Grayson, A. K., Assyrian Royal Inscriptions, Wiesbaden, 1972.

  • Liverani, M., Antico Oriente: Storia, società, economia, Laterza, Roma-Bari, 2011.

  • Matthiae, P., La storia dell’arte dell’Oriente antico, Einaudi, Torino, 1996.

  • Porada, E., Ancient Art in the Near East, Yale University Press, New Haven, 1965.

  • Reade, J., Assyrian Sculpture, The British Museum Press, London, 1998.

  • Roaf, M., Cultural Atlas of Mesopotamia and the Ancient Near East, Facts on File, New York, 1990.

  • Saggs, H. W. F., The Might That Was Assyria, Sidgwick & Jackson, London, 1984.

  • Ussishkin, D., The Conquest of Lachish by Sennacherib, Tel Aviv University Press, 1982.

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