venerdì 10 ottobre 2025

Corso di storia dell'arte: 4 BABILONESI









 

L’Arte Babilonese: Lo Splendore di un’Antica Civiltà

Alle Radici di un Patrimonio Millenario

L’arte babilonese costituisce una delle più alte espressioni della cultura mesopotamica, fiorita tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dove la fertilità del suolo e la stratificazione delle civiltà favorirono la nascita di un linguaggio artistico unico e duraturo. Essa si sviluppò come erede diretta della civiltà sumera, mantenendone molte delle tradizioni iconografiche, ma introducendo innovazioni tecniche e stilistiche che ne segnarono la profonda originalità¹.

Il suo sviluppo storico e artistico si articola in tre grandi fasi: il Periodo Paleobabilonese (2004-1595 a.C.), il Periodo Cassita e della II Dinastia di Isin (1595-1025 a.C.) e il Periodo Neobabilonese (625-539 a.C.)². Tra il 1025 e il 625 a.C., la Mesopotamia passò sotto il dominio assiro, la cui potenza influenzò fortemente la cultura figurativa della regione.

Il Periodo Paleobabilonese: L’Ascesa di Babilonia

Con la caduta della terza dinastia di Ur e la frammentazione della Mesopotamia in città-stato rivali — Isin, Larsa, Mari e Babilonia — si avviò una fase di grande fermento politico e culturale. Fu il re Hammurabi (1792-1750 a.C.) a unificare la regione sotto la sua autorità, dando impulso a una rinascita artistica legata al potere centrale³.

Tuttavia, la fine del periodo fu segnata dall’invasione degli Ittiti e dall’ascesa dei Cassiti, che posero termine al primo splendore babilonese.

Le Arti nel Periodo Paleobabilonese

Statuaria. Le poche statue giunte sino a noi — spesso frammentarie — testimoniano una transizione dalla rigidità formale neosumerica a una maggiore naturalezza nelle posture e nei dettagli anatomici⁴.

Rilievo. L’opera più rappresentativa è la Stele del Codice di Hammurabi, oggi conservata al Louvre. Essa unisce l’arte scultorea alla funzione normativa, fondendo estetica e giuridicità in un unico linguaggio simbolico⁵.

Glittica. I sigilli cilindrici mostrano una raffinata abilità miniaturistica: le scene mitologiche con divinità come Ishtar e Shamash rivelano un passaggio da figure sedute a figure stanti, segno di una rinnovata verticalità simbolica⁶.

Periodo Cassita e II Dinastia di Isin: Tradizione e Innovazione

Dopo il saccheggio ittita di Babilonia (1595 a.C.), i Cassiti, provenienti dai monti Zagros, si imposero come nuova élite regnante per oltre quattro secoli. La loro cultura, pur rispettando la tradizione babilonese, introdusse un’estetica simbolica legata alla religiosità e al potere⁷.

Rilievo e Glittica Cassita

Le stele kudurru — lastre scolpite che registravano concessioni reali o donazioni — costituiscono l’espressione più originale del periodo. In esse, i simboli divini sostituiscono progressivamente le figure narrative, in una composizione più ordinata e gerarchizzata rispetto al passato⁸.

I sigilli cassiti, invece, conservano la forma cilindrica ma si distinguono per una maggiore eleganza e allungamento delle figure, che riflettono una precoce influenza dell’arte assira⁹.

Periodo Neobabilonese: L’Apogeo e la Caduta

Dopo la lunga dominazione assira, la rinascita neobabilonese coincise con l’ascesa di Nabopolassar e del figlio Nabucodonosor II (604-562 a.C.). Quest’ultimo ricostruì la città di Babilonia rendendola una delle metropoli più grandiose del mondo antico¹⁰.

Le mura decorate con mattoni smaltati, la Porta di Ishtar e la Via Processionale rappresentano i vertici dell’arte monumentale mesopotamica. L’uso di smalti azzurri, figure di tori e draghi leoniformi (mušḫuššu) rivela una concezione estetica orientata alla monumentalità e alla potenza simbolica¹¹.

L’Impronta Artistica Neobabilonese

I rilievi di questo periodo mostrano linee più fluide e un’eleganza raffinata, come nella Stele di Marduk-apla-iddina II, che unisce solennità e grazia compositiva¹².
La glittica neobabilonese evolve verso un linguaggio spirituale: le scene di sacerdoti in preghiera e i simboli astrali sostituiscono i racconti mitologici, segnando il tramonto della narrazione epica in favore di una più intima religiosit๳.

Conclusione: L’Eredità dell’Arte Babilonese

L’arte babilonese non è solo testimonianza di un’antica civiltà, ma anche fondamento di un linguaggio artistico che influenzò l’arte persiana, achemenide e, in parte, la cultura ellenistica¹⁴.
La sua eredità risiede nella capacità di fondere tradizione e innovazione, sacro e politico, forma e funzione.
Dalle stele monumentali alla miniaturizzazione dei sigilli, Babilonia elaborò una visione del mondo in cui l’arte era veicolo di potere e spiritualità, anticipando il concetto stesso di “arte di Stato”¹⁵.

Oggi, grazie alle scoperte archeologiche di inizio Novecento e alla conservazione dei reperti nei musei di Parigi, Londra e Berlino, possiamo ancora ammirare la complessità e la modernità di una cultura che, nel cuore della Mesopotamia, trasformò la materia in linguaggio simbolico.

Note

  1. Oates, J., Babylon, Thames & Hudson, London, 1986.

  2. Frankfort, H., The Art and Architecture of the Ancient Orient, Yale University Press, New Haven, 1996.

  3. Kuhrt, A., The Ancient Near East, c. 3000–330 BC, Routledge, London, 1995.

  4. Frankfort, H., The Art of the Ancient Near East, Harvard University Press, Cambridge, 1954.

  5. Louvre Museum, Department of Near Eastern Antiquities: The Code of Hammurabi, Catalogue 2020.

  6. Collon, D., First Impressions: Cylinder Seals in the Ancient Near East, British Museum Press, London, 2005.

  7. Roaf, M., Cultural Atlas of Mesopotamia and the Ancient Near East, Facts On File, New York, 1990.

  8. Crawford, H., Sumer and the Sumerians, Cambridge University Press, 2004.

  9. Amiet, P., L’art du Proche-Orient Ancien, Éditions Mazenod, Paris, 1980.

  10. Wiseman, D. J., Nebuchadrezzar and Babylon, Oxford University Press, 1985.

  11. Parrot, A., Babylone et l’art babylonien, Gallimard, Paris, 1961.

  12. Börker-Klähn, J., Altvorderasiatische Bildstelen und vergleichbare Felsreliefs, Mainz am Rhein, 1982.

  13. Black, J., Green, A., Gods, Demons and Symbols of Ancient Mesopotamia, University of Texas Press, 1992.

  14. Curtis, J., Ancient Persia, British Museum Press, 1999.

  15. Winter, I. J., On Art in the Ancient Near East: From the Third Millennium B.C., Brill, Leiden, 2010.

Bibliografia

  • Amiet, P. (1980). L’art du Proche-Orient Ancien. Paris: Éditions Mazenod.

  • Black, J., Green, A. (1992). Gods, Demons and Symbols of Ancient Mesopotamia. Austin: University of Texas Press.

  • Börker-Klähn, J. (1982). Altvorderasiatische Bildstelen und vergleichbare Felsreliefs. Mainz am Rhein: Philipp von Zabern.

  • Collon, D. (2005). First Impressions: Cylinder Seals in the Ancient Near East. London: British Museum Press.

  • Crawford, H. (2004). Sumer and the Sumerians. Cambridge: Cambridge University Press.

  • Curtis, J. (1999). Ancient Persia. London: British Museum Press.

  • Frankfort, H. (1996). The Art and Architecture of the Ancient Orient. New Haven: Yale University Press.

  • Kuhrt, A. (1995). The Ancient Near East, c. 3000–330 BC. London: Routledge.

  • Oates, J. (1986). Babylon. London: Thames & Hudson.

  • Parrot, A. (1961). Babylone et l’art babylonien. Paris: Gallimard.

  • Roaf, M. (1990). Cultural Atlas of Mesopotamia and the Ancient Near East. New York: Facts On File.

  • Wiseman, D. J. (1985). Nebuchadrezzar and Babylon. Oxford: Oxford University Press.

  • Winter, I. J. (2010). On Art in the Ancient Near East: From the Third Millennium B.C. Leiden: Brill.


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