venerdì 10 ottobre 2025

Corso di storia dell'arte: 7 LA SCULTURA GRECA

 Alle Origini della Bellezza: la Nascita della Scultura Greca













Alle Origini della Bellezza: la Nascita della Scultura Greca

Nel cuore della civiltà ellenica, in un tempo di miti e dei, la scultura nasce come un'eco tangibile dell’ideale umano. È il secondo quarto del VII secolo a.C. quando le prime figure emergono dalla pietra, dando vita a un’arte che si nutre della perfezione e dell'armonia. Ma non sono ritratti di uomini reali, bensì incarnazioni di un modello universale, concepito secondo rigorose convenzioni estetiche¹.

Aristotele scriverà più tardi:

“Ad ogni produzione nell'arte preesiste l'idea creatrice che gli è identica: per esempio l'idea creatrice dello scultore preesiste alla statua. Non vi è in questo campo una generazione casuale. L'arte è ragione dell'opera, ragione senza materia.”²

Le prime figure scolpite — i kouroi e le korai — sono rigide, ieratiche, ancorate a un’antica sacralità. Ma il tempo, con la sua inarrestabile evoluzione, trasformerà il marmo, rendendolo sempre più vicino alla carne e al movimento³.

Dall'Arcaico alla Perfezione: il Passaggio allo Stile Classico

Tra il VI e il V secolo a.C., la scultura greca attraversa una metamorfosi decisiva: la rigidità cede il passo alla grazia, il simbolo diventa vita. È il periodo dello stile severo, una fase di sperimentazione in cui gli scultori sfidano la materia, cercando di avvicinarsi all’essenza del movimento e dell’equilibrio⁴.

Le convenzioni arcaiche vengono spezzate: i sorrisi enigmatici dei kouroi scompaiono, i corpi iniziano a respirare, le pose diventano più naturali. È qui che si delinea il concetto di mimesis (μίμησις), l’imitazione della realtà, non come semplice copia, ma come aspirazione all’ideale assoluto⁵.

Policleto, maestro della proporzione, codifica queste nuove regole nel suo trattato Il Canone e le incarna nella sua opera più celebre: il Doriforo. La sua posa bilanciata, il chiasmo — quell’alternanza di tensione e rilassamento che dà equilibrio alla figura — diventa il paradigma dell’eroe greco, modello di armonia e misura⁶.

L'Apogeo della Grazia: l'Influenza di Fidia

A metà del V secolo a.C., il genio di Fidia porta la statuaria a un livello mai raggiunto prima. I panneggi vibrano come mossi dal vento, le divinità sembrano discendere dall’Olimpo per farsi carne. Il Partenone si erge come manifesto di questa nuova visione: un mondo in cui l’arte non è più semplice rappresentazione, ma rivelazione dell’invisibile⁷.

Le statue non sono più corpi, ma idee incarnate nella materia. La calma maestosa delle figure fidiache trasmette un senso di equilibrio interiore, un’armonia che rispecchia l’ideale stesso della civiltà ateniese⁸.

L'Esplosione delle Emozioni: l'Ellenismo e la Nascita del Ritratto

Ma l’arte, come la storia, non è statica. Con l’ellenismo (IV-I secolo a.C.), la scultura greca si carica di pathos, di umanità, di passioni. Il rigore classico si dissolve in espressioni intense, in gesti drammatici, in dettagli minuziosi⁹.

Le divinità lasciano spazio agli uomini: ora i volti raccontano storie, le rughe segnano il passare del tempo, i corpi si torcono in movimenti arditi. Nascono il ritratto, la scena di genere, il dramma impresso nel marmo.
Il celebre Laocoonte e i suoi figli, attribuito a Agesandro, Polidoro e Atenodoro di Rodi, rappresenta l’emblema di questa nuova sensibilità: un intreccio di membra e serpenti che scolpisce la disperazione nel marmo¹⁰.

Il Destino delle Statue: Perdite, Scoperte e Rivelazioni Moderne

Il tempo, però, è un nemico silenzioso. Molte delle opere descritte dagli autori antichi — da Pausania a Plinio — sono andate perdute, distrutte, sepolte sotto le macerie della storia. Altre ci sono giunte mutilate, o sopravvivono solo attraverso copie romane, spesso reinterpretate secondo un diverso gusto estetico¹¹.

E poi, una rivelazione inattesa: la scultura greca non era bianca. Per secoli si è creduto che il marmo fosse il volto autentico dell’arte antica, ma le analisi scientifiche moderne hanno rivelato che statue e templi erano vivaci di colori. Le ricostruzioni policrome — basate su pigmenti sopravvissuti — ci restituiscono un mondo sorprendente, lontano dall’immagine austera tramandata dal Neoclassicismo¹².

Nel corso dei secoli, l’Europa ha riscoperto queste meraviglie: dalle sculture di Egina conservate a Monaco, ai marmi di Elgin custoditi al British Museum, fino ai ritrovamenti nei siti archeologici del Mediterraneo. Ogni frammento emerso dalla terra è un tassello di un’arte che continua a parlarci, immortale come l’idea stessa di bellezza¹³.

Note

  1. Boardman, J., Greek Sculpture: The Archaic Period, Thames and Hudson, London, 1978.

  2. Aristotele, Metafisica, Libro VII, 1032a.

  3. Richter, G.M.A., Kouroi: Archaic Greek Youths, Oxford University Press, 1960.

  4. Stewart, A., Greek Sculpture: An Exploration, Yale University Press, 1990.

  5. Tatarkiewicz, W., History of Aesthetics, vol. I, Mouton, The Hague, 1970.

  6. Policleto, Il Canone (frammenti), cit. in Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIV.

  7. Boardman, J., Greek Sculpture: The Classical Period, Thames and Hudson, London, 1985.

  8. Neer, R., The Emergence of the Classical Style in Greek Sculpture, University of Chicago Press, 2010.

  9. Pollitt, J.J., Art in the Hellenistic Age, Cambridge University Press, 1986.

  10. Haskell, F. & Penny, N., Taste and the Antique, Yale University Press, 1981.

  11. Ridgway, B.S., Roman Copies of Greek Sculpture: The Problem of the Originals, University of Michigan Press, 1984.

  12. Brinkmann, V., Bunte Götter: Die Farbigkeit antiker Skulptur, München, 2003.

  13. Stewart, A., Classical Greece and the Birth of Western Art, Cambridge University Press, 2008.

Bibliografia

  • Aristotele, Metafisica, trad. it. a cura di G. Reale, Bompiani, Milano, 2004.

  • Boardman, J., Greek Sculpture: The Archaic and Classical Periods, Thames & Hudson, London, 1978–1985.

  • Brinkmann, V., Bunte Götter: Die Farbigkeit antiker Skulptur, Hirmer Verlag, München, 2003.

  • Neer, R., The Emergence of the Classical Style in Greek Sculpture, University of Chicago Press, 2010.

  • Pollitt, J.J., Art in the Hellenistic Age, Cambridge University Press, 1986.

  • Policleto, Il Canone, in Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, Libro XXXIV.

  • Ridgway, B.S., Roman Copies of Greek Sculpture: The Problem of the Originals, University of Michigan Press, 1984.

  • Stewart, A., Classical Greece and the Birth of Western Art, Cambridge University Press, 2008.

  • Tatarkiewicz, W., History of Aesthetics, Mouton, The Hague, 1970.


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