Il Periodo Classico (480 a.C. - 300 a.C.): L'Apice della Cultura Etrusca

Periodo Classico o Età di Mezzo: La Decadenza e l'Evoluzione dell'Arte Etrusca
Il periodo classico dell'arte etrusca, che si estende dalla metà del V secolo alla metà del III secolo a.C., rappresenta un periodo di declino e trasformazione per la civiltà etrusca, segnato da cambiamenti sociali, politici e culturali significativi. Le causa del ristagno artistico in questo periodo sono molteplici, comprese le conseguenze politiche della battaglia di Cuma e il declino delle emporia ioniche, che ridussero i contatti con il mondo greco e orientale. Questo isolamento ridusse la portata delle influenze culturali esterne e limitò la circolazione degli artisti, contribuendo a una crisi della produzione artistica etrusca.
Le Cause del Declino e l'Impatto sulle Città Etrusche
A livello interno, il declino dei ceti urbani intermedi favorì l'emergere di una nuova oligarchia etrusca, meno incline all'ostentazione pubblica. Questo cambiamento sociale si rifletté nella produzione artistica, con una minore attenzione alla grandiosità e alla decorazione, caratteristiche che avevano caratterizzato il periodo precedente. La crisi economica, in particolare nelle città costiere e meridionali come Tarquinia, Vulci e Caere, accentuò la perdita di interesse per le grandi opere pubbliche, mentre le zone interne, come Chiusi, divennero nuovi centri produttivi e culturali.
Le Trasformazioni nella Scultura e nell'Architettura
In questo contesto, l'arte etrusca subì una graduale ellenizzazione. A Chiusi, ad esempio, a partire dal 470 a.C., si sviluppò una nuova tipologia di statue cinerarie sedute o recumbenti, che sostituirono le più tradizionali urne scolpite a bassorilievo. L'influenza delle forme protoclassiche e fidiache si rifletteva nel trattamento dei panneggi e dei nudi, mentre la scultura diveniva sempre più standardizzata, con una produzione di bottega che dominava nel IV secolo a.C.
Un aspetto importante della scultura etrusca di questo periodo è la resurrezione della scultura funeraria, con la produzione di sarcofagi e statue votive. In particolare, il trattamento della figura umana si sviluppava verso una rappresentazione eroica, influenzata dai ritratti di Alessandro Magno e dai diadochi, che veniva ripresa per esprimere la pubblica e privata grandezza.
La Produzione Artistica e le Influenze Estere
Nel IV secolo a.C., alcune città etrusche, come Orvieto, divennero centri di eccellenza nella produzione di bronzo. La bronze lavorazione raggiunse alti livelli, con lampadari, specchi, e ciste tra i prodotti di maggior valore. Tuttavia, la coroplastica, ossia la lavorazione della terracotta, continuò ad essere fiorente a Veio, anche dopo la sua caduta nel 396 a.C. La bronze lavorazione etrusca, così come l'arte dei vasi in metallo, si diffuse in tutta l'Etruria, ma specialmente nella zona meridionale.
La Transizione e la "Produzione Delegata"
Già alla fine del VI secolo a.C., l'arte etrusca aveva intrapreso un processo che Mario Torelli ha definito "produzione delegata". Questo fenomeno descrive la produzione di ceramiche ad Atene, destinata al mercato etrusco, come nel caso delle anfore nicosteniche. A metà del V secolo, alcuni artigiani etruschi si stabilirono ad Atene, dove firmavano le loro opere destinate alla madrepatria, contribuendo alla fusione di tecniche artistiche etrusche e greche.
Il Declino della Decorazione e l'Ascesa del "Linguaggio Medio-Italico"
Nel III secolo a.C., l’arte etrusca visse una semplificazione formale, che portò alla creazione di opere più uniformi, simboliche, ma meno raffinate. La decorazione dei vasi e delle opere scultoree decadde, sostituita da stampi commerciali, segnando una regressione rispetto agli stili più elaborati precedenti. Al contempo, l'influenza greca, pur continuando a permeare l'arte, si amalgamò con i contributi di altre civiltà della penisola italiana, dando vita alla "koiné", una lingua visiva comune, semplice e simbolica, che rispecchiava i cambiamenti sociali e politici del periodo.
La Conquista Romana e la Fusione con l'Arte Italica
Con l'espansione romana e la graduale conquista della Etruria, l'arte etrusca perse gran parte della sua unicità, confluendo in un linguaggio comune che caratterizzava l'arte medio-italica. La fine della produzione artistica etrusca come entità distintiva segnò l'inizio di un processo di uniformazione culturale sotto l'egemonia romana, ma alcune forme artistiche continuavano a vivere, in particolare nella committenza privata. Grandi opere funerarie, come la tomba dell'Orco e la tomba François, rimasero isolate esempi di una tradizione che si rinnovava in forme più riservate, ma di straordinaria grandezza.
In conclusione, il periodo classico dell'arte etrusca, pur segnato da una crisi e un declino, rappresenta anche un'importante fase di transizione, in cui le tradizioni etrusche si mescolano con gli influssi esterni, dando origine a una nuova produzione artistica che segna la fine della civiltà etrusca come entità indipendente e il suo ingresso nel più ampio contesto culturale romano.
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