giovedì 16 gennaio 2025

Corso di storia dell'arte: 23 Etruschi Oreficeria

Oreficeria

Gli artigiani etruschi furono in grado di praticare le più sofisticate tecniche di lavorazione dei metalli preziosi, tra cui il repoussé (sbalzo/cesello), l'incisione, la filigrana e la granulazione. La conoscenza di queste tecniche giungeva loro attraverso l'influenza degli artigiani e degli oggetti di lusso provenienti dal Vicino Oriente, ma gli Etruschi seppero perfezionarle e adattarle alle proprie esigenze, dominandole in particolare tra il VII e il VI secolo a.C. Le loro capacità artistiche e tecniche nella lavorazione dei metalli preziosi si riflettono nelle straordinarie opere che, come gioielli, entravano a far parte dei corredi funerari, e che sono giunte fino a noi grazie agli scavi archeologici.

Tra gli oggetti più significativi rinvenuti nelle tombe etrusche, spiccano quelli provenienti dalle tombe Barberini e Bernardini di Palestrina e dalla tomba Regolini-Galassi di Caere. Tra questi, un oggetto che assumeva un significato particolarmente distintivo per lo status sociale del defunto era il pettorale in lamina d'oro, un simbolo di prestigio e ricchezza. Accanto ai gioielli, l'oreficeria etrusca includeva anche il vasellame in materiali preziosi, come l'oro e l'avorio, talvolta importato da altre culture, ma spesso prodotto localmente da artigiani immigrati. Caere e Vetulonia si affermarono come centri di eccellenza per questo tipo di artigianato estero, divenendo luoghi dove anche gli apprendisti etruschi potevano formarsi nella lavorazione dei metalli preziosi.

Nel VI secolo a.C. non si registrano grandi innovazioni tecniche rispetto al periodo precedente, ma si assiste a una maggiore attenzione agli aspetti estetici e coloristici, con l'inserimento di pietre colorate negli oggetti. Gli orecchini a bauletto, tipicamente etruschi tra la metà del VI secolo a.C. e la metà del V secolo a.C., rappresentano un esempio emblematico di questa produzione. Mentre la produzione di epoca arcaica a Vulci è caratterizzata da una decorazione più semplice e da influenze greco-orientali, a Caere si sviluppò una produzione più complessa e raffinata, con l'uso di tecniche avanzate nella lavorazione dei metalli e delle pietre.

Dopo il VI secolo a.C., la filigrana e la granulazione scomparvero dalla produzione etrusca, ma il repoussé continuò a essere ampiamente impiegato. Con l'avvento dell'epoca classica ed ellenistica, si diffuse l'uso di corone con foglie in lamina d'oro e delle bulle, decorate a sbalzo, che divennero caratteristiche distintive della gioielleria etrusca in questo periodo. La produzione di gioielli nell'epoca ellenistica, in particolare, rifletteva un forte influsso delle produzioni tarantine, e la filigrana e la granulazione tornarono in auge, rinnovando la tradizione etrusca con nuove forme artistiche e tecniche. 

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