Benedetto Antelami: lo scultore che traghettò l’Italia dal Romanico al Gotico
Nel cuore del XII secolo, quando le cattedrali d’Europa si innalzavano come Bibbie di pietra e la fede cercava nuove forme espressive, emerse la figura di Benedetto Antelami, scultore e architetto raffinato, capace di traghettare la cultura figurativa italiana dal linguaggio possente del Romanico alle prime eleganti inflessioni gotiche.
Nato intorno al 1150, forse nella Valle d’Intelvi, area montana di maestri comacini e lapicidi erranti, Antelami si formò verosimilmente in Provenza, dove la scultura monumentale aveva già abbracciato una maggiore scioltezza narrativa e un gusto per il dettaglio naturalistico. La sua prima opera firmata, l’altorilievo della Deposizione dalla Croce (1178), campeggia nel duomo di Parma e rivela un autore già maturo, capace di fondere pathos e ordine, ieraticità e sentimento.
Ma la grande impresa della sua vita è un’altra: il Battistero di Parma. Iniziato nel 1196, è uno degli edifici-simbolo del passaggio tra epoche. Antelami ne fu non solo lo scultore, ma probabilmente anche il progettista architettonico. La struttura ottagonale in marmo rosa, ispirata a modelli lombardi e francesi, ospita un programma iconografico complesso e coerente: nei tre portali esterni, nelle lunette interne, e soprattutto nel ciclo dei mesi e delle stagioni, distribuito lungo la galleria inferiore, si dispiega un cosmo ordinato dove il tempo umano si intreccia con quello liturgico e celeste.
L’arte di Antelami è filtrata attraverso un gusto classico: i suoi personaggi sono costruiti con attenzione anatomica, scolpiti con linee fluide e volumi pieni, come se parlassero ancora il linguaggio dell’antichità. Ma al tempo stesso, gli abiti ondeggianti, le espressioni meditate, la ricerca di profondità lo avvicinano già al Gotico nascente, che in Italia proprio grazie a lui inizia a fiorire.
Il suo stile influenzò a lungo la scultura del nord Italia. Si parla a ragione di "scuola antelamica", una galassia di allievi e seguaci che disseminarono le sue forme a Ferrara, Milano, Tivoli, Venezia. Tra le opere attribuite alla sua bottega o alla sua mano si ricordano: il rilievo equestre di Oldrado da Tresseno (1233) a Milano, l’arcone del portale maggiore di San Marco a Venezia, e una seconda Deposizione nel Duomo di Tivoli.
Antelami operò anche fuori da Parma: nel Duomo di Fidenza tra il 1179 e il 1218, e forse presso l’abbazia di Sant’Andrea a Vercelli (1219-27), dove le forme gotiche più spiccate fanno supporre un nuovo viaggio in Francia e un aggiornamento stilistico tardivo.
Quando morì, intorno al 1230, aveva cambiato per sempre il volto della scultura italiana. Benedetto Antelami non fu solo un ponte tra due mondi: fu il primo grande scultore italiano capace di unire il rigore del simbolo alla grazia del sentimento, gettando le basi per la stagione dell’arte gotica in Italia.
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