lunedì 25 agosto 2025

Corso di storia dell'arte: Balthus 1908

Balthus 1908







1. Identità dell’artista

Balthus (Balthasar Klossowski de Rola)
Parigi, 29 febbraio 1908 – Rossinière, 18 febbraio 2001

Figlio di una famiglia cosmopolita di artisti e intellettuali (la madre pittrice, il padre storico dell’arte, il fratello Pierre Klossowski filosofo e scrittore), Balthus cresce in un ambiente permeato dalla cultura simbolista e mitteleuropea, tra Parigi, Ginevra e Berlino. Questa formazione eterogenea anima il suo universo iconico fatto di immobilità, mistero, classicismo reinventato, e di una riflessione costante sul rapporto tra innocenza e turbamento.

2. Poetica e visione artistica

L’intero percorso di Balthus è segnato da una sorprendente resistenza al modernismo, coerente e programmatica: in un secolo dominato da avanguardie, astrazioni e sperimentazioni concettuali, Balthus rivendica la figura, la narrazione silenziosa e un ritorno a un realismo mentale, filtrato dalla tradizione.

2.1 Tradizione reinventata

  • Riferimenti espliciti a Piero della Francesca, Masaccio, Courbet, Ingres, e alla monumentalità rinascimentale.
  • Costruzione prospettica rigorosa, uso sapiente del chiaroscuro, corpi trattati come architetture.
  • Non un ritorno nostalgico: Balthus assorbe il passato per sospendere il tempo, non per imitarlo.

2.2 L’enigma come metodo

Balthus rifiutò sempre le interpretazioni psicologiche o simboliche delle sue opere:

“Non c’è nulla da capire nei miei quadri. Guarda, e basta.”
L’enigmaticità nasce da:

  • posture congelate
  • ambienti quasi teatrali
  • luci irreali
  • spazialità angolari, geometriche
  • un senso di “attesa” che non si risolve mai

3. Temi ricorrenti

3.1 L’adolescenza: innocenza e perturbante

Il nucleo più controverso della sua produzione riguarda rappresentazioni di ragazze adolescenti, spesso colte in pose languide o sospese tra infanzia e maturità.
Lungi dall’essere semplici nudi, queste figure rimandano a:

  • l’universo proustiano della memoria perduta
  • la tradizione ottocentesca della modanatura psicologica
  • stati di torpore, introspezione e distacco

La critica ha oscillato tra letture psicoanalitiche (eros, tabu, voyeurismo) e interpretazioni più raffinate legate alla soglia tra trasformazione e immobilità.

3.2 Interni e stanze simboliche

Gli interni di Balthus sono:

  • serrati, geometrici, quasi claustrofobici
  • dotati di pochi oggetti essenziali
  • costruiti come piccoli palcoscenici della coscienza

Il confine tra quotidiano e onirico si assottiglia costantemente.

3.3 Il silenzio e il tempo fermo

Balthus è il pittore del tempo immobile.
Le sue figure non agiscono: esistono.
Il gesto si congela diventando metafora di un pensiero non pronunciato.

4. Analisi della tecnica

4.1 Disegno strutturale

Il disegno è il cuore della costruzione balthusiana:

  • linee nette
  • contorni calibrati
  • articolazioni plastiche sobrie ma incisive
  • composizioni che ricordano l’impostazione rinascimentale della scena

4.2 Colore

Il colore è:

  • terroso, attenuato
  • spesso dominato da verdi cupi, ocra, bruni, bianchi calcinati
  • modulato per costruire volumi “scultorei”

4.3 Luce

La luce di Balthus non è naturale ma drammaturgica:

  • genera un’atmosfera sospesa
  • ritaglia le figure
  • accentua la durezza dei piani

**4.4 Metodo

L’artista lavorava lentamente, ossessivamente, modificando anche per anni lo stesso dipinto — una prassi antitetica rispetto alle urgenze avant-pop del Novecento.

5. Periodi principali

5.1 Gli anni Trenta: rivelazione e scandalo

Opere come La lezione di chitarra (1934) e Cathy impongono immediatamente il suo stile: figurazione classica + erotismo ambiguo + atmosfera metafisica.

5.2 La maturità (1940–1960)

Lavora tra Friburgo, Parigi e Chassy. Qui sviluppa:

  • interni sempre più teatrali
  • un uso del colore più austero
  • figure monumentali e solenni

5.3 Gli anni di Roma (1961–1977)

Direttore dell’Accademia di Francia a Villa Medici:
produce alcuni dei suoi cicli più complessi, caratterizzati da:

  • una monumentalità quasi sacrale
  • atmosfere più luminose
  • una maggiore apertura paesaggistica senza rinunciare al mistero

5.4 Gli ultimi anni a Rossinière

Si dedica a tele monumentali, quasi monocrome, immerse in una luce lattiginosa. Tornano:

  • composizioni rarefatte
  • la contemplazione
  • un senso di assoluto e di ritiro dal mondo

6. Balthus e il Novecento: un outsider consapevole

In un secolo di:

  • Cubismo
  • Espressionismo
  • Astrattismo
  • Arte concettuale
    Balthus rappresenta un “ritorno alla pittura” che non è reazionario ma radicalmente personale.

Fu sostenuto e celebrato da Man Ray, Artaud, Giacometti, Gide, ma rimase sempre appartato, estraneo a gruppi e movimenti.

La sua forza è nella singolarità:

  • non modernista
  • non nostalgico
  • non realistico
  • non simbolista
    E tuttavia capace di evocare tutte queste correnti senza appartenere a nessuna.

7. Ricezione critica

Balthus è stato oggetto di:

  • ammirazione per la sua perizia tecnica
  • dibattito per i contenuti erotici
  • mitizzazione come ultimo grande classicista del Novecento

Le sue mostre, dal MoMA agli istituti europei, hanno sempre suscitato discussioni vivaci. Oggi è considerato uno dei pittori più complessi del secolo, accostabile — per radicalità personale — a figure come Hopper, Freud, Morandi.

8. Conclusione critica

Balthus rappresenta un unicum nella storia dell’arte del XX secolo:
un pittore che, opponendosi alla velocità e alla frattura delle avanguardie, ha costruito un mondo immobile, fatto di sguardi obliqui, stanze silenziose, adolescenti in posa, e della luce sottile che attraversa la mente più che la retina.

È il pittore del non detto, dell’attesa, della sospensione.
La sua opera invita a guardare, più che a interpretare: e nel guardare si rivela ciò che resta di eterno nell’immagine pittorica.



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