lunedì 25 agosto 2025

Coso di storia dell'arte: Fontana 1899

Lucio Fontana 1899 









Lucio Fontana (1899–1968) artista di rottura

Sintesi iniziale.
Lucio Fontana è una figura-limite dell’arte del XX secolo: scultore di formazione, ceramista, pittore e teorico, inventore di un gesto che ha cambiato il modo di pensare la pittura — il taglio — e promotore del manifesto dello spazialismo. Non si tratta solo di un rovesciamento formale (dal piano alla profondità reale), ma di una radicale ridefinizione ontologica della pratica artistica: la superficie non è più pellicola di rappresentazione ma soglia verso lo spazio e la luce. La posizione critica su Fontana è allo stesso tempo entusiastica (per l’audacia teorica e la forza poetica) e cauta (per problemi di operatività, riproducibilità e retorica del gesto).


1. Biografia sintetica e contesto formativo

Nato nel 1899 a Rosario (Argentina) da famiglia italiana, Fontana trascorse parte dell’infanzia tra America Latina e Italia. Formatosi in ambito scultoreo nell’officina paterna e poi all’Accademia di Brera, entrò in contatto con maestri come Adolfo Wildt e con le avanguardie europee (visite a Parigi, conoscenze con Brancusi, Picasso). L’esperienza ceramica (attività ad Albissola) e l’interesse per l’architettura e il design (collaborazioni con FontanaArte, Borsani) sono elementi che spiegano la molteplicità dei suoi media e la tensione verso l’oggetto e lo spazio concreto. Dopo il 1949 inizia la fase più famosa: i buchi, i fori e quindi i tagli nelle tele e nelle superfici, fino alle opere su neon e alle installazioni spaziali.


2. Dalla scultura alla «rottura» della tela: sviluppo formale e poetica

Fontana compie un percorso non teleologico ma coerente: la scultura materica e i volumi modellati nel primo Novecento confluiscono nella ricerca di una nuova relazione tra forma e vuoto. Già nelle ceramiche e nelle sculture degli anni ’20–’30 si avvertono attitudini verso la semplificazione e l’astrazione; è però nel dopoguerra che il suo lavoro prende la svolta decisiva:

  • I buchi (1949–): fori praticati nelle superfici che instaurano una relazione diretta tra piano e spazio retrostante. Non si tratta di un mero “buco” tecnico ma di un’apertura performativa che introduce luce e ombra come elementi costitutivi dell’opera.
  • I tagli (dal 1958 in poi): il gesto del taglio è simultaneamente violento e rituale. Tagliare la tela significa negare la finzione pittorica (la superficie come finestra prospettica) e trasformare il supporto in bordo, soglia, membrana. Il taglio apre un tempo nello spazio — l’opera non è più solo oggetto ma atto.
  • Neon e strutture luminose: le installazioni al neon (es. Triennale 1951) mostrano come Fontana cercasse il movimento e l’irradiazione, una spazialità che coinvolge colore, luce e tempo.

Il procedimento tecnico (spruzzo, idropittura, uso della lama, ricuciture, garze sul retro) rivela una pratica che è insieme sperimentazione materiale e controllo formale: la semplicità apparente dei tagli nasconde varianti tecniche sofisticate (sequenza, profondità, ricucitura, colore).


3. Teoria: lo Spazialismo e il Manifesto

Il Primo Manifesto dello Spazialismo (1947) e i testi successivi esplicitano la visione di Fontana: l’arte deve confrontarsi con l’“era spaziale”, con la nuova percezione dello spazio resa possibile da tecnologie (aeroplani, aereostati, televisione) e con l’idea che tempo, luce, movimento siano materiali artistici legittimi. La proposta non è semplicemente futurista: tenta una sintesi tra la dimensione cosmica e la concretezza materiale dell’opera.

Criticamente:

  • il manifesto rivendica una modernità piena e radicale, ma la sua forza retorica talvolta sostituisce argomentazioni più analitiche: lo spazialismo si presenta come chiamata poetica più che come metodo operativo dettagliato.
  • tuttavia la ricchezza del programma teorico sta proprio nel mettere al centro la dimensione relazionale tra opera e ambiente, e la prospettiva della fruizione come esperienza dinamica.

4. Tecnica, materiali e risultati estetici

Fontana è un artigiano della soglia. Alcuni aspetti tecnici rilevanti:

  • Materiali diversi: tela, gesso, gessi modellati, ceramica, metalli, neon, cemento, mosaico. Questa polivalenza testimonia la ricerca di un linguaggio che non si limita a un medium.
  • Tecnica del taglio: la lama, il rasoio, la sega; la tecnica non è violenta per essere distruttiva, ma per trasformare la superficie in apertura. Nei lavori successivi i tagli sono spesso rifiniti sul retro (garza, rinforzi) per stabilizzare la forma e modulare l’effetto visivo.
  • Luce e ombra: la profondità del taglio è pensata per catturare luce radente; l’ombra che il taglio proietta è parte della «pittura spaziale».
  • Ripetizione e serialità: le serie (Attese, Quanta, Ellissi, Pietre, Barocchi, Gessi, Metalli) mostrano una matematica della variazione: ridurre il gesto all’essenziale e variarlo come struttura di pensiero.

Criticamente, la tecnica di Fontana sfida la tradizionale separazione tra idea e esecuzione: il gesto non è mera esecuzione ma discorso.


5. Temi teorici ed estetici: spazio, azione, spiritualità

Fontana abbraccia alcuni grandi temi:

  • Lo spazio come materia: lo spazio non è sfondo, è componente plastica; l’opera usa lo spazio reale come materiale.
  • L’atto creativo come performativo: il taglio è gesto che produce senso, e la ripetizione rituale di quel gesto costituisce la sua poetica.
  • Aspirazione al trascendente: da più parti si è letto un elemento spirituale nelle sue opere (si pensi ai titoli come La fine di Dio): la scissione del piano richiama l’apertura a dimensioni “altre”, analoghe a certe ricerche di Kandinsky o di Klein, ma meditate in termini concreti e materici.
  • Relazione con la modernità tecnologica: i manifesti citano l’aereo e la televisione; l’arte diventa risposta estetica ai nuovi orizzonti della scienza e del volo.

Questo intreccio di religioso e tecnologico è un tratto originale: Fontana non oppone sacro e macchina, ma vede lo spazio tecnico come campo di esperienza estetica.


6. Ricezione critica, controversie e mercato

La ricezione è stata controversa e plurima:

  • Scandalo e incomprensione: negli anni ’50–’60 i tagli scandalizzarono molti conservatori (accuse di vandalismo e di superficialità). Domande ricorrenti: “È facile replicare un taglio; l’opera è un gesto o un prodotto?”.
  • Difesa teorica: la critica progressista ha colto la radicalità concettuale e la profondità poetica, legittimando il gesto come invenzione formale storicamente rilevante.
  • Problemi di autenticità: la facilità materiale del gesto ha generato frodi e imitazioni; Fontana fu consapevole del problema e adottò misure (iscrizioni, frasi sul retro) per l’autenticazione. Resta un nodo aperto tra aura dell’opera e pratica del mercato.
  • Valore commerciale: le quotazioni delle opere di Fontana hanno spesso raggiunto cifre altissime (esemplificativo il caso citato dell’asta del 2008 per una Concetto spaziale. Attesa). Questo ha amplificato discussioni sulla mercificazione dell’arte concettuale e performativa.

Criticamente, due questioni emergono: la distanza tra gesto e valore economico (il mercato trasforma l’evento in merce) e la questione dell’autenticazione (come separare il gesto originale dalle ripetizioni o imitazioni).


7. Relazioni con altri movimenti e artisti

Fontana si colloca su un crinale: non è informale puro né minimalista classico. Alcune relazioni:

  • Informalismo e Azione: analogie con Pollock e gli action painters per la centralità dell’atto; ma Fontana contrappone all’atto pittorico l’apertura della superficie.
  • Yves Klein e spiritualità: convergenze nell’idea di immaterialità e nella ricerca del trascendente, ma Fontana resta più legato al segno materiale.
  • Kandinskij e Rothko: la spiritualità cromatica può essere messa a confronto con le astrazioni cromatiche; tuttavia Fontana usa la forma-perforazione come elemento fondante.
  • Architettura e design: le collaborazioni con FontanaArte, Borsani e il rapporto con l’architettura spiegano la sua visione della «forma ambientale».

La posizione di Fontana è quindi ibrida: capace di dialogare con molte correnti ma irriducibile a ciascuna.


8. Eredità e significato storico

Fontana ha lasciato una eredità plurale:

  • ha ridefinito i confini tra pittura, scultura, installazione e performance;
  • ha anticipato alcune questioni della contemporaneità (spazio come materia, esperienza ambientale, arte come evento);
  • ha contribuito a una ridefinizione della pratica artistica come atto concettuale e materiale insieme.

La sua influenza è evidente nella successiva arte contemporanea che mette in crisi la tela come supporto esclusivo e nell’attenzione alla relazione tra opera e spazio espositivo.


9. Criticità e problemi aperti per la ricerca

Per una storia critica aggiornata è necessario interrogare:

  • La tensione tra atto e opera: come leggere la ripetizione seriale del gesto senza sminuirne il valore originale? Qual è la relazione tra performance originaria e oggetto stabile?
  • Autenticazione e mercato: quale criterio stabilire per distinguere l’opera autentica dal plagio o dalla «ri-esecuzione»? Il retro-scritto è sufficiente?
  • Dimensione politica e sociale dell’opera: Fontana parla di modernità tecnologica ma in che rapporto sta la sua poetica con le condizioni materiali e politiche del dopoguerra italiano? La ricerca critica può esplorare questa dimensione (committenti, mecenatismo, circuiti espositivi).
  • Comparazioni interculturali: rivedere Fontana alla luce delle pratiche non europee sullo spazio e la superficie, per evitare letture eurocentriche.

10. Conclusione critica sintetica

Lucio Fontana è una figura chiave perché ha introdotto un segno — il taglio — che non è solo stilistico ma epistemico: il gesto apre una domanda su cosa sia l’opera, sul rapporto fra materia e vuoto, sul ruolo dell’artista come iniziatore di eventi più che come pittore-oggettista. La sua opera continua a essere fertile non solo per la storia dell’arte ma anche per riflessioni sulla percezione, l’architettura, la conservazione e la curatela. Le critiche più solide nei suoi confronti riguardano la facilità materiale del gesto (e le implicazioni di mercato) e la necessità di collocare la sua ricerca in rapporto alla società del suo tempo: entrambe sono piste promettenti per una critica che voglia andare oltre il mito della novità e leggere Fontana come artista profondamente storico, tecnico e teorico.


Indicazioni per approfondire (fonti e materiali)

  • Leggere i Manifesti (Primo Manifesto dello Spazialismo, Manifesto tecnico, testi per la televisione) per comprendere l’orizzonte teorico.
  • Consultare cataloghi ragionati e le pubblicazioni della Fondazione Lucio Fontana per informazioni su opere, corrispondenze e autenticazioni.
  • Esaminare studi critici sul rapporto tra azione e oggetto (testi su action painting, informale, arte povera) per inquadrare storicamente la pratica del gesto.
  • Indagare gli archivi delle mostre storiche (Triennale, Biennali, esposizioni internazionali) per seguire la ricezione critica nel tempo.

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