giovedì 9 gennaio 2025

Corso di storia dell'arte: Etruschi Il Periodo Villanoviano

Il Periodo Villanoviano (900 a.C. - 675 a.C.): Le Radici dell'Etruria

Nel periodo villanoviano, che si estende tra il X e il VII secolo a.C., l'arte funeraria assume già un ruolo centrale nella cultura etrusca, mettendo in luce la sacralità e l'importanza del rito funebre. Sebbene le opere artistiche di questo periodo siano ancora rudimentali rispetto alle successive espressioni etrusche, emergono chiaramente i tratti distintivi di un popolo in espansione e in profonda connessione con le proprie tradizioni spirituali. Le urne funerarie sono tra i principali oggetti di interesse, molte delle quali hanno la forma di capanne, simbolo della casa e della protezione del defunto nell'aldilà. Queste urne, spesso decorate con motivi geometrici, riflettono una società che, pur essendo all'inizio della sua evoluzione artistica, già dedica una grande attenzione ai rituali funebri.

Durante questo periodo, l'arte etrusca si distingue anche per la produzione di ceramiche a impasto, caratterizzate da decorazioni geometriche semplici ma precise, che dimostrano la maestria tecnica dei Villanoviani. Questi manufatti venivano utilizzati non solo nelle sepolture, ma anche nella vita quotidiana. Un'altra significativa manifestazione artistica è la creazione di oggetti in bronzo, generalmente di piccole dimensioni. Sebbene la produzione di bronzo si concentri su elementi di uso quotidiano o decorativi, alcune navi in bronzo trovate nelle tombe di questo periodo sono decorate con modanature e linee incise, segno di una crescente attenzione alla forma e al simbolismo.

Gli Scambi Culturali e l'Influenza della Sardegna

Il periodo villanoviano non è isolato, ma è caratterizzato da una forte interazione con altre culture. Sebbene i corredi funerari siano ancora sobri e privi di eccessive ornamentazioni, si iniziano a registrare scambi culturali significativi. Tra le culture con cui i Villanoviani ebbero i contatti principali, spicca la Sardegna nuragica. I rapporti con le comunità nuragiche della Sardegna furono particolarmente rilevanti per lo sviluppo della tradizione bronzistica villanoviana, con l’influsso di tecniche miceneo-cipriote che arricchirono le produzioni etrusche. I bronzetti sardi, oggetti di piccole dimensioni che rappresentano figure umane e animali, furono frequentemente trovati nei corredi funerari etruschi, segnando una chiara traccia di questa influenza esterna.

Questi scambi con la Sardegna, ma anche con le popolazioni enotrie dell'Italia meridionale, contribuirono a plasmare l'arte e la cultura villanoviana, facilitando l'introduzione di nuovi stili e tecniche artistiche che avrebbero poi caratterizzato l'evoluzione dell'arte etrusca nei secoli successivi. Il bronzo divenne così un materiale fondamentale, non solo per la produzione di oggetti rituali, ma anche per l’arte funeraria e l’arredamento delle tombe, destinando il materiale a un uso simbolico e pratico.

Il periodo villanoviano, pur segnando una fase di transizione e di maturazione dell'arte etrusca, è quindi caratterizzato da un fiorire di scambi e influenze che posero le basi per una delle civiltà più complesse e raffinate dell’antichità, che sarebbe esplosa nei secoli successivi con il periodo orientalizzante e l’adozione di stili artistici di più ampio respiro.

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