domenica 26 gennaio 2025

Corso di Storia dell'arte: 33 Arte repubblicana romana


Arte repubblicana

L'arte repubblicana di Roma si sviluppa in un contesto di continua tensione tra tradizione e innovazione. Nelle prime fasi della Repubblica, l’arte continuò a riflettere il linguaggio arcaico, come si vede nei templi di Sant'Omobono o nei resti dell’area del Largo Argentina. Ma fu solo quando i romani entrarono in contatto sempre più stretto con il mondo greco che la scena artistica di Roma subì una vera e propria rivoluzione. La conquista della Magna Grecia, della Grecia ellenica, della Macedonia e dell’Asia Minore portò con sé un'ondata di arte greca che investì la capitale, come un fiume in piena. Le casse romane furono colme di sculture, dipinti e manufatti, frutto dei bottini di guerra, mettendo i romani di fronte a una domanda inquietante: come accogliere una cultura che avevano appena sconfitto, ma che sembrava tanto superiore alla loro?

Da questo dilemma nacquero due fazioni, un vero e proprio scontro di visioni artistiche e culturali. Da un lato, i filiellenisti, capeggiati dal circolo degli Scipioni, amavano e veneravano l'arte greca, considerandola un modello ideale da emulare. Dall'altro, i tradizionalisti, guidati da Catone il Censore, erano fermamente convinti che Roma dovesse mantenere la propria identità e rifiutare l'influenza di una cultura straniera. Fu così che, in una Roma sempre più affollata di collezionisti affamati di opere greche, nacque il fiorente mercato delle copie: se le opere originali non bastavano a soddisfare la domanda, si produssero in massa riproduzioni e reinterpretazioni degli stili classici del V e IV secolo a.C., in un fenomeno che gli storici chiamano neoatticismo.

Tuttavia, questa "invasione" di arte greca, che inizialmente sembrava sovrastare la creatività romana, non rimase senza effetti. I romani, digerita l'immensa varietà di modelli greci provenienti da epoche e regioni diverse, iniziarono lentamente a distillare qualcosa di peculiare, un’arte che, pur rifacendosi ai modelli greci, acquistò una sua identità originale. Questo processo di assimilazione e innovazione artistica si concretizzò in maniera evidente sotto il governo di Silla, quando Roma, finalmente, cominciò a sviluppare il proprio linguaggio visivo. La grande svolta arrivò in tre campi fondamentali: l’architettura, che iniziò a dare forma a grandi monumenti e spazi pubblici; il ritratto fisiognomico, che rivelò una straordinaria capacità di cogliere l'individualità e la personalità del soggetto; e la pittura, che si evolse, benché con molta più lentezza, in un'arte che rifletteva il gusto e l’identità romana.

Con il tempo, questi tre settori daranno vita a una vera e propria arte “romana”, che, pur essendo debitrice della cultura greca, comincerà a svilupparsi in direzioni uniche, in grado di rispecchiare la potenza, la varietà e la complessità di Roma stessa.

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