lunedì 3 febbraio 2025

Corso di storia dell'arte: 41 Arte romana del Basso Impero

Il Basso Impero

Con la morte di Commodo nel 192 d.C., l’Impero romano entrò in una fase di ombre e tormenti. Si aprì una crepa nella solida facciata del potere imperiale, e da quella fessura prese a filtrare il disordine. Una tumultuosa successione al trono mise a nudo tutte le fragilità dell’apparato istituzionale, dando il via a un’epoca di turbolenze che avrebbe lasciato un segno profondo: la crisi del III secolo. Da allora, Roma non fu più la stessa. Iniziava il Basso Impero, una lunga stagione di transizione, incerta e drammatica, ma anche creativa e sorprendente.

L’arte, specchio sensibile della civiltà, cambiò volto. Si distaccò sempre più dalle forme armoniche, ordinate e misurate dell’eredità ellenistica. Quello che un tempo era stato il trionfo del corpo naturale e della proporzione geometrica, si trasformò in un linguaggio diverso: più rigido, più astratto, più simbolico. A un primo sguardo, potrebbe sembrare decadenza. Ma in realtà era metamorfosi.

Non si trattava solo di una crisi del bello: si trattava della nascita di un nuovo bisogno espressivo, che rifletteva un mondo in frantumi, ansioso di certezze ultraterrene, desideroso di evasione, di isolamento interiore. Mentre i confini dell’Impero venivano assediati e le istituzioni vacillavano, la mente e il cuore degli uomini si rivolgevano altrove: verso l’invisibile, il sacro, il metafisico. L’arte cominciò allora a parlare un linguaggio più ruvido, più spirituale, meno interessato al “come appare” e più al “cosa significa”.

A Roma, intanto, l’identità aristocratica e senatoria veniva progressivamente erosa dall’arrivo massiccio di genti provenienti dalle province: mercanti, funzionari, soldati, ma anche artisti con una visione diversa del mondo. E con loro arrivò l’eco di un’arte “minore”, finora rimasta ai margini: l’arte provinciale e plebea, carica di espressionismo, intensità e immediatezza. Non più ritratti perfetti e divinità in posa, ma volti rugosi, occhi spalancati, gesti esagerati, capaci di colpire lo spettatore con una forza emotiva inedita.

In questo crocevia tra rovina e rinnovamento, la forma cedette il passo al simbolo, la bellezza alla forza del messaggio. Era l’alba di un mondo nuovo, dove l’antico ideale classico si dissolveva lentamente, lasciando spazio a un’arte più interiore, più spirituale, più enigmatica. E da quel vortice di disgregazione sarebbe infine emersa una nuova visione del mondo, destinata a cambiare per sempre il volto della storia.

Nessun commento:

Posta un commento

Corso di storia dell'arte: Rossello 1927

Mario Rossello 1927 Mario Rossello (Savona, 8 dicembre 1927 – Milano, 14 dicembre 2000) è stato un ceramista, pittore e scultore italiano di...