martedì 18 febbraio 2025

Corso di storia dell'arte: 56 La nascita della scultura nell'arte Paleocristiana

La nascita della scultura cristiana: dalle ombre delle catacombe ai fasti della fede

In principio fu il silenzio delle catacombe. Nel buio di quei corridoi sotterranei, illuminati appena dalle flebili luci delle lampade ad olio, comparvero le prime, timide espressioni pittoriche della nuova fede. Ma alla scultura — così sontuosa nei templi pagani — il Cristianesimo nascente non aveva ancora osato affidare la propria immagine. Troppo forte era il peso della tradizione che vietava ogni idolatria, troppo recente l'eco delle persecuzioni.

Eppure, lentamente, la scultura cristiana cominciò a germogliare, proprio là dove la morte sembrava avere l’ultima parola: nei sarcofagi. Furono le famiglie abbienti, convertite alla nuova fede, a chiedere per i loro defunti sepolcri decorati non più con miti pagani, ma con i simboli della speranza cristiana. Nei laboratori romani del IV secolo prese così forma un’arte nuova, che prendeva in prestito le tecniche e talvolta i temi della scultura funeraria pagana, ma vi innestava un’anima diversa.

Tra i simboli più amati spiccava il pavone: creatura maestosa che, secondo una credenza antica, rinnovava ogni anno il proprio splendore. I suoi mille occhi disseminati sulle piume parlavano dell'onniscienza divina; le sue carni, ritenute incorruttibili, divennero metafora potente della resurrezione.

I sarcofagi imperiali: Elena, Costantina, Stilicone

Le testimonianze più sontuose di questa arte nascente sono i sarcofagi di Elena e Costantina, madre e figlia del grande Costantino. Il sarcofago di Elena, sorretto da leoni scolpiti, racconta in realtà un'altra storia: non era stato pensato per lei, bensì per un uomo, come narrano le scene di battaglia che ne ornano il porfido rosso. L'arte qui si muove fra due mondi: quello aulico, raffinato, e quello più plebeo, privo di prospettiva e di profondità.

Diverso è il linguaggio del sarcofago di Costantina, conservato nei Musei Vaticani. Naturalistico, decorativo, il suo fregio di tralci e vendemmie riprende e amplifica le immagini della volta del mausoleo di Santa Costanza: la vita che trionfa, la fede che nutre.

Più a nord, nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano, il sarcofago di Stilicone (oggi inglobato in un ambone medievale) racconta un'altra sfumatura della stessa speranza: Cristo, giovane e severo, siede su un trono, benedicente, con il libro della Legge tra le mani. L'iconografia del Cristo-giudice, che dominerà l'arte bizantina e medievale, affonda qui le sue radici.

Il Buon Pastore e i miracoli: una fede raccontata per immagini

Nel Museo Pio Cristiano di Roma, il cosiddetto Sarcofago del Buon Pastore illumina il cuore di chi lo osserva: attorno alla figura del Pastore, posta su un piedistallo, minuscoli angeli vendemmiatori si perdono in una trama fittissima di tralci di vite, scolpiti con audace uso del trapano. In questa foresta simbolica, i ceppi vecchi che si rinnovano parlano di resurrezione, i grappoli d'uva alludono al sangue di Cristo versato per la salvezza degli uomini.

Sempre nel museo, il Sarcofago con i miracoli di Cristo racconta, in uno svolgimento continuo, il peccato originale, il miracolo del vino, la guarigione del cieco, la risurrezione del morto. Cristo, giovane, imberbe, senza aureola, compare tre volte, identico e riconoscibile, come a suggellare la costanza della sua presenza nella storia della salvezza. Le figure, strette, sovrapposte, sembrano voler rompere i confini della pietra per raggiungere chi guarda.

Giunio Basso: il classicismo al servizio della fede

Un linguaggio più nobile e complesso emerge invece dal Sarcofago di Giunio Basso, vero capolavoro della scultura paleocristiana. Qui, sotto l'ordine rigoroso delle colonnine, dieci edicole racchiudono scene tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento. Ogni episodio è autonomo, denso di dettagli e di simbolismi, destinato a occhi colti, a menti allenate alla complessità. Il realismo dei volumi, la cura delle espressioni parlano di un mondo ancora profondamente intriso della cultura classica. Non è un caso: Giunio Basso era un dignitario di corte, convertitosi al cristianesimo in un'epoca in cui la fede nuova stava conquistando anche gli animi più raffinati.

La passione di Cristo: dolore e gloria scolpiti nella pietra

Nel IV secolo si diffonde una nuova iconografia: quella dei sarcofagi della passione. In uno di questi, il Sarcofago con monogrammi di Cristo, il monogramma sacro — Chi e Rho intrecciati — troneggia tra due colombe, sopra due soldati addormentati: il sepolcro è vuoto, la resurrezione è avvenuta. È una fede che si fa annuncio visivo, immediato e potente.

La porta di Santa Sabina: la fede scolpita nel legno

E poi, miracolosamente sopravvissuta ai secoli, la porta lignea della basilica di Santa Sabina a Roma. Risalente al V secolo, scolpita su legno di cipresso, essa è la più antica testimonianza della scultura lignea cristiana. Ventotto riquadri — oggi diciotto superstiti — raccontavano in origine la storia della salvezza: Mosè e Elia, i miracoli di Cristo, la sua crocifissione e l'ascensione.

Due mani diverse hanno lasciato il loro segno su quella porta: una elegante, di ispirazione classico-ellenistica; l’altra più umile, popolare, diretta. A quest'ultima appartiene il riquadro più sorprendente: la prima rappresentazione conosciuta di Cristo crocifisso tra i ladroni.

Qui non c'è prospettiva, non c'è ricerca di realismo: solo un'intaglio asciutto, essenziale, potente. Le croci sono appena suggerite dietro le teste e le mani, Cristo è più grande degli altri per affermarne la superiorità morale. Era un'immagine destinata alla plebe, scolpita non per stupire, ma per essere compresa, per colpire il cuore.

Conclusione

La scultura paleocristiana nacque fragile come una fiammella, nei sepolcri dei primi fedeli. Ma ben presto si fece fiamma alta, capace di plasmare pietra e legno in canti silenziosi di speranza, in visioni eterne di fede. E in ogni rilievo, in ogni figura, si può ancora oggi cogliere l'eco di un mondo che, nella luce nuova di Cristo, si stava risollevando dalle ombre dell'antico.

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