https://youtu.be/b8wxidfq4-E
Per Arte programmata si intende un'opera realizzata in base a un programma di calcolo che consenta la variazione formale e cromatica delle sequenze figurali, secondo un certo ordine temporale, tra ripetizione, variazione, accadimenti casuali e combinazione dei pattern visivi.
La prima e fondativa mostra di Arte programmata (definizione inventata da Bruno Munari) si tenne nel 1962 al negozio della Olivetti a Milano. Voluta da Giorgio Soavi e Bruno Munari, fu presentata in catalogo da Umberto Eco. Gli artisti presenti alla prima mostra di arte programmata erano Bruno Munari, Enzo Mari, Gruppo T (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Grazia Varisco) e Gruppo N (Alberto Biasi, Toni Costa, Ennio Chiggio, Edoardo Landi, Manfredo Massironi). Nelle successive edizioni della mostra, italiane, europee e americane, si registreranno nuove presenze, tra cui Getulio Alviani e il gruppo francese GRAV.
La storia dell'arte programmata corre parallela a quella dell’arte cinetica e al contempo si intreccia. I diversi gruppi e i diversi artisti aderiranno alle "Nuove Tendenze" (1961-1968), raggruppamento internazionale con sede a Zagabria. Negli anni Sessanta l'avanguardia cinetica e programmata trova importanti riconoscimenti, tra i quali: la III Biennale di San Marino "Oltre l'Informale" tributa il primo premio ex aequo al Gruppo N e al Gruppo Zero; la XXXIII Biennale di Venezia dedica sale personali al Gruppo T e al Gruppo N, e ospita, tra gli altri, Soto, Bury e Alviani; nello stesso anno la "Documenta3" di Kassel registra la presenza del GRAV, nel 1966 Julio Le Parc vincerà il Gran Premio di Pittura alla Biennale di Venezia, così come Gianni Colombo nella Biennale del 1968.
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