lunedì 27 ottobre 2025

Corso di storia dell'arte: LAND ART INDUSTRIALE

 LAND ART INDUSTRIALE











La Land Art Industriale è una forma di arte contemporanea che incorpora le modalità della Land Art ma si caratterizza per l’intervento dell’artista non più sulla natura ma sul paesaggio legato all’industria. Le opere hanno come peculiarità l’uso di materiali e tecniche proprie dell’industria ribadendone l’importanza nel contesto urbano contemporaneo.

Nel contesto urbano delle prime due decadi del 2000 la riflessione sul rapporto uomo e natura muta radicalmente. I cambiamenti climatici e il decadimento della fiducia novecentesca verso lo sviluppo continuo gettano una nuova luce sulle rovine di quanto costruito fino ad ora. L’industria, prima motore della società, assume un ruolo sempre minore, gli stabilimenti sono sempre più piccoli e sopravvive unicamente chi ha saputo portare a frutto il proprio know how.
Questo nuovo contesto industriale inizia ad interessare diversi artisti sotto vari aspetti. Principalmente nasce un grande interesse verso le modalità produttive dei materiali, l’industria sa modificare e lavorare la materia dandole nuova vita, l’artista, sempre più lontano dall’essere artigiano e sempre più progettista, intuisce le potenzialità e comincia un rapporto diretto con queste realtà.
Nascono le residenze in fabbrica e sempre più spesso il risultato viene spostato direttamente all’esterno dello stabilimento.
Questo peculiare rapporto con il territorio e l’industria porta alla luce un nuovo modo di fare arte urbana, una Land Art che modifica il territorio produttivo.
Vengono definite opere di Land Art Industriale tutte quelle produzioni artistiche che nascono in rapporto diretto tra artista e industria e che si instaurano nel territorio.
Ne sono un esempio le installazioni all’esterno delle fabbriche, solitamente realizzate utilizzando i macchinari stessi a disposizione dell’azienda e dove l’artista agisce come progettista.
La Land Art Industriale non può direttamente essere definita come un movimento, piuttosto come un insieme di pratiche e soprattutto di modalità di rapporto arte/azienda.
Nel 2020 il gruppo F/ART di Preganziol con Studio Tonnato promuovono la nascita del primo museo di Land Art Industriale lungo la strada del Terraglio.
Il Terraglio, crocevia di industria e storia, si presta perfettamente per la realizzazione di questo rapporto, ospitando opere che seguano i punti chiavi della Land Art Industriale.
Sebbene non vi sia una definizione ancora condivisa, per rendere programmatica la selezione delle opere per il Museo del Terraglio F/ART e Studio Tonnato hanno sviluppato un manifesto della Land Art Industriale.
Perché un’opera possa pienamente definirsi di Land Art Industriale deve essere realizzata secondo i seguenti punti programmatici:
1. L’artista non è protagonista assoluto dell’opera d’arte ma accetta che sia il luogo a completare il proprio lavoro;
2. L’industria va difesa in quanto scrigno della memoria;
3. L’industria non viene più solo protetta, ma interpretata anche nella sua assenza: cambia quindi il rapporto con il territorio;
4. Le opere sono collocate in un hic et nunc e sono costruite privilegiando materiali industriali. Esse escono dal paesaggio, per poi far ritorno nel territorio.
Cambiando i termini i significati non perdono di potenza. Il rapporto complesso all’interno del Terraglio tra industria, archeologia (le ville venete), cittadine e natura, diventa la chiave del lavoro, la leva, il fulcro diventano gli stabilimenti produttivi, da cui creare la spinta per il cambiamento percettivo.

domenica 26 ottobre 2025

Corso di storia dell'arte: MASSIMALISMO

 MASSIMALISMO
















Massimalismo è un termine usato nelle arti, tra cui la letteratura, l'arte visiva, la musica e varie altre per spiegare un movimento o tendenza di che comprende tutti i fattori multiuso dell'espressionismo, e nasce come un movimento artistico opposto al minimalismo; il massimalismo infatti celebra la ricchezza e l'eccesso, ed ogni opera può contenere riferimenti ironici, erotici, culturali o di critica sociale, come si evince dai dipinti massimalisti. Il massimalismo è una corrente caratterizzata da opere di tipo figurativo e incentrata sui temi primari dell'erotismo e della natura, vista sotto un taglio poetico e umoristico al tempo stesso. Tutte le opere esposte alla mostra di Colonia erano opere d'arte consapevolemente sociali, politiche e filosofiche.Il massimalismo come genere nelle arti plastiche enfatizza le pratiche che richiedono intenso lavoro e si concentra sul processo stesso di creazione. I lavori di questo genere sono tipicamente sottili, sensuali, e ricchi visivamente. Gli artisti che lavorano sotto il nome di massimalisti tendono a provenire dai paesi asiatici, e in particolare dalla Cina.Il termine massimalismo viene utilizzato per descrivere i più lunghi romanzi postmoderni, come quelli di Daryush Shokof,e David Foster Wallace e Thomas Pynchon, in cui la digressione, il rimando, e l'elaborazione del dettaglio occupano una frazione sempre maggiore del testo. Viene anche chiamato realismo isterico, un termine coniato da James Wood, il quale sostiene che sia un genere simile al realismo magico.Viene anche usato per descrivere certi compositori come John Luther Adams, che sono "andati oltre" le origini della musica minimalista.


Corso di storia dell'arte: SUPERFLAT

 SUPERFLAT















Il Superflat (Superpiatto) è un movimento artistico postmoderno, influenzato dai manga e dagli anime, fondato dall'artista giapponese Takashi Murakami. È anche il nome di una mostra d'arte del 2001 curata da Murakami, esposta a West Hollywood, Minneapolis e Seattle. "Superflat" è un vocabolo usato da Murakami per riferirsi a varie forme appiattite presenti nell'arte grafica, nell'animazione, nella cultura di massa e nelle belle arti giapponesi, oltre alla "superficiale vuotezza della cultura di consumo giapponese". Il movimento Superflat si propone di analizzare la cultura giapponese del dopoguerra attraverso la cosiddetta sottocultura otaku.Tra gli artisti del "Superflat" figurano: Chiho Aoshima, Mahomi Kunikata, Sayuri Michima, Yoshitomo Nara, Aya Takano, Mr. e Takashi Murakami. Inoltre, anche alcuni disegnatori di anime e mangaka hanno presentato dei loro lavori in esposizioni Superflat, in particolare Kōji Morimoto, e l'opera di Hitoshi Tomizawa, autore di Alien 9 e Milk Closet. Il movimento è stato abbracciato da vari artisti statunitensi che hanno creato un ibrido chiamato "SoFlo Superflat".Murakami definisce il termine "Superflat " a grandi linee, di conseguenza l'argomento in oggetto è molto vario. Alcuni lavori esplorano il consumismo e il feticismo sessuale che sono comuni nella cultura giapponese del dopoguerra. Questo spesso include la cosiddetta arte "lolicon" che è parodiata da lavori come quelli di Henmaru Machino. Questi lavori sono un'esplorazione della sessualità "otaku" attraverso immagini grottesche e/o distorte. Gli altri lavori riguardano più la paura di crescere. Per esempio, il lavoro di Yoshitomo Nara spesso raffigura giocosi graffiti su antichi "ukiyo-e" giapponesi eseguiti in modo infantile. Altri lavori si concentrano sulla struttura e sui desideri alla base che costituiscono l'otaku e in generale la cultura giapponese del dopoguerra.Uno sguardo sovversivo all'otakuismo non è un fattore decisivo delle gallerie Kaikai Kiki; Bome, uno dei più importanti artisti coinvolti nella prima vera mostra del Superflat, è un famoso scultore di action figure e il suo lavoro, basato sugli attuali personaggi anime bishōjo, è stato presentato in molteplici gallerie compresa una personale presso la Kaikai Kiki Gallery. Mr., uno dei membri del movimento si autodescrive un artista di "lolicon" e considera il suo lavoro non una testimonianza culturale ma una rappresentazione delle sue personali fantasie.

Corso di storia dell'arte: FOTOREALISMO

 FOTOREALISMO

 

Il fotorealismo è un genere di pittura basato sull'uso di una o più fotografie dalle quali l'artista prende le informazioni necessarie da utilizzare poi nel processo della creazione dell'opera, in genere ad olio o ad acrilico, al fine di avere un aspetto finale il più simile possibile alla fotografia. Il fotorealismo è un movimento che nasce negli Stati Uniti d'America alla fine degli anni sessanta sulla scia della Pop Art, e insieme condividono il carattere reazionario verso la travolgente ascesa dei media, che alla metà del ventesimo secolo si trasforma in un fenomeno di massa talmente imponente da minacciare il valore dell'immagine nell'arte. Ne consegue così che, colto il gesto d'inizio che fu della Pop Art, i fotorealisti aprono ad un realismo radicale che avrebbe generato l'iperrealtà della visione pop. Mentre però le opere degli artisti della Pop Art sottolineano l'assurdità della maggior parte delle immagini soprattutto di uso commerciale, i fotorealisti cercano invece di recuperare, selezionare ed infine esaltare l'immagine nel mondo ormai invaso dai media. L'espressione "realismo fotografico", poco dopo abbreviata in fotorealismo, è coniata dal gallerista e collezionista americano Louis K. Meisel nel 1969, dopo aver ammirato alcune opere di Malcom Morley nel 1965, Richard Estes nel 1967 e non molto tempo dopo di Chuck Close, Ralph Goings, Charles Bell e Ron Kleeman, ed appare per la prima volta nel catalogo della mostra "Twenty-two Realists" nel 1970 al Whitney Museum. Ha avuto la sua consacrazione nella mostra di Kassel Documenta 5 del 1972 curata da Harald Szeemann.


Corso di storia dell'arte: BODY ART

 BODY ART






























Con il termine body art ("arte del corpo" dall'inglese), si intendono tutte quelle forme artistiche che utilizzano il corpo come mezzo d'espressione e/o come linguaggio. Le forme più comuni di body art sono il tatuaggio o il body piercing. Altre pratiche tipiche della body art comprendono la scarificazione, il Branding, gli impianti sottopelle, il body painting ed altre forme di modificazione corporea. Il termine Body Art è stato inizialmente adottato da una corrente artistica diffusasi negli Stati Uniti e in Europa negli anni sessanta del Novecento e successivamente inscritto nel più ampio ambito della performance art, ossia della prassi artistica teorizzata da Allan Kaprow nel 1959, che fece dell'azione dell'artista l'opera stessa, spesso coinvolgendo il pubblico. Alcune forme estreme di body Art possono spingere il corpo fino al limite, ad esempio nell'Azionismo viennese ci si spinge in pratiche dissacranti e profanatorie del corpo umano, talvolta con connotati religiosi. Marina Abramović esplora i suoi limiti fisici e la sua resistenza psichica, grazie anche ad una lunga preparazione mentale. In una delle prime performance restò in piedi al centro di una stella infuocata, e quando il fuoco consumò l'ossigeno svenne; venne salvata da un medico presente tra il pubblico. Nella performance "The artist is present", svoltasi recentemente al M.O.M.A di New York, restò seduta immobile su una sedia ogni giorno per tre mesi, a incontrare con lo sguardo chiunque si fosse seduto innanzi a lei. Altri artisti eseguono performance irriverenti e molto forti; Vito Acconci si masturba sotto al pavimento della sua esposizione, rendendo partecipi i visitatori delle sue fantasie erotiche; Hermann Nitsch propone dei riti tra il pagano e la simbologia cristiana dove sventra animali morti e cosparge i corpi dei suoi aiutanti con sangue e interiora; Gina Pane si ferisce con spine di rosa, lame, o rotolando su dei vetri per denunciare la concezione maschilista della figura femminile. Nell'ambito della liberazione della donna furono molte le body artiste a combattere col proprio corpo contro le concezioni antiquate ancora in voga. Valie Export entrò in un cinema sperimentale vestita in modo provocante, con uno spacco nei pantaloni all'altezza dei genitali, per sfidare la concezione tradizionale cinematografica che voleva le donne come oggetti passivi incapaci di agire. Orlan si sottopose a varie operazioni di chirurgia plastica, filmandole e rendendole pubbliche, nelle quali arrivò a ricercare una deformazione del proprio volto, in contrasto con l'idea di bellezza conformistica imposta alle donne.

In tempi più recenti, il corpo è diventato territorio di sperimentazioni: impianti, protesi, simbiosi fra corpo e nuove tecnologie, realtà virtuale. Anche in questo campo la body art ha sperimentato molto. Il principale mezzo espressivo usato per questo genere artistico è il corpo umano. Il corpo è usato per allestire eventi estemporanei con movimenti corporei accompagnati da musica, elementi scenografici, danze, sequenze di azioni e gesti. La body art rende il corpo protagonista assoluto considerandolo soggetto e oggetto dell'espressione artistica ed esibendolo come opera. Vi è la volontà di provocare, di scuotere le convinzioni in fatto di arte. All'uso del corpo come linguaggio, ricorrono sempre più artisti contemporanei di differenti tecniche e tematiche. Lea Vergine parla di alcuni caratteri che fanno da comune denominatore a questa maniera di fare arte: «la perdita di identità; il rifiuto del prevalere del senso della realtà sulla sfera emozionale; la romantica ribellione alla dipendenza da qualcuno o da qualcosa; la tenerezza come meta mancata e quindi frustrante; l'assenza (e l'angoscia che ne deriva) di una forma adulta, altruistica, d'amore».
In queste azioni spesso gli autori sono ossessionati dalla necessità di agire in funzione dell'altro. Vi è la necessità di mostrarsi per poter essere. Il performer non sceneggia la storia di un personaggio, ma è egli stesso storia e personaggio. Si volge così verso la ricerca di un'umanità non schiacciata dal funzionalismo della società, che sfugge al concetto di profitto: «l'importante non è sapere, ma sapere che si sa. È uno stato in cui la cultura non serve più a niente» (Lea Vergine, dall'informale alla body Art). E continua: «Sbloccate le forze produttive dell'inconscio, si scatenano - in un continuo drammatizzare isterico - conflitti tra desiderio e difesa, tra licenza e divieto, tra contenuto latente e contenuto manifesto, tra pulsioni di vita e pulsioni di morte, tra voyerismo ed esibizionismo, tra tendenze sadiche e piacere masochistico, tra fantasie distruttive e catartiche». Nelle azioni della body Art la riproduzione meccanica (video, fotografia, film) assolve ad una duplice funzione: documentativa e di indagine penetrante.


Corso di storia dell'arte: De Andrea 1941

De Andrea 1941 John De Andrea (Denver, 24 novembre 1941) è un artista e scultore statunitense. La sua opera è legata alla corrente dell'...