lunedì 25 agosto 2025

Corso di storia dell'arte: Melòtti 1901

Fausto Melòtti 1901






Fausto Melotti:
tra rigore geometrico e intuizione poetica nell’arte astratta italiana

Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986) rappresenta una delle figure più significative nell’evoluzione dell’arte astratta italiana del XX secolo. Dopo aver completato gli studi di ingegneria al Politecnico di Milano, Melotti si formò artisticamente all’Accademia di Brera sotto la guida di Adolfo Wildt^[1], maestro noto per l’attenzione alla perfezione formale e alla ricerca spirituale nella scultura. La combinazione tra formazione tecnica e sensibilità artistica costituì la base della sua originale produzione, caratterizzata dall’incontro tra rigore geometrico e poetica dell’intuizione.

Il contesto milanese e l’arte astratta

Melotti entrò in contatto con il gruppo di artisti e intellettuali che orbitava attorno alla Galleria del Milione a Milano, contribuendo significativamente alla diffusione dell’arte astratta in Italia attraverso esposizioni, saggi e scritti critici^[2]. Fu inoltre tra i fondatori della rivista Quadrante, strumento di dibattito e divulgazione culturale, che promuoveva il dialogo tra pittura, scultura e riflessione teorica.

Le opere della prima fase di Melotti, come Scultura 15 (1935, Torino, Galleria d’Arte Moderna) e I sette savi (1937, distrutta e replicata nel 1969, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna)^[3], mostrano una rigorosa partitura ritmica dello spazio. In questi lavori, il predominio della costruzione mentale e dell’ordine geometrico sottolinea un approccio fondato su principi analitici e progettuali, derivati anche dalla sua formazione ingegneristica.

Dalla razionalità all’intuizione poetica

Con il tempo, Melotti orienta la sua ricerca verso una maggiore immediatezza intuitiva, pur mantenendo coerenza interna e armonia formale. Opere come Teatrino (1930-31), I centauri (1969), La zingara (1972), Stendardo per il deserto (1972) e Gli addii (1982) evidenziano composizioni caratterizzate da una sottile vena surreale^[4]. In queste creazioni l’attenzione alla costruzione spaziale si integra con una dimensione poetica e simbolica, suggerendo un dialogo tra razionalità e immaginazione.

L’evoluzione di Melotti può essere interpretata come una sintesi tra disciplina formale e libertà creativa: il rigore geometrico iniziale lascia progressivamente spazio a una scultura “poetica”, dove il pensiero mentale e l’intuizione si incontrano. Tale approccio lo colloca in continuità con le ricerche internazionali sull’arte astratta e sulle avanguardie del Novecento, pur conservando un linguaggio profondamente personale e riconoscibile.

Riconoscimenti e eredità

Melotti fu insignito del Premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei per la scultura nel 1978^[5], a conferma dell’importanza della sua opera nella storia dell’arte italiana. La sua capacità di combinare rigore formale e sensibilità poetica ha lasciato un’impronta duratura sulla scultura astratta, anticipando sviluppi della scultura contemporanea e influenzando generazioni successive di artisti. La sua opera testimonia come l’arte possa coniugare ordine e libertà, tecnica e intuizione, nell’elaborazione di un linguaggio universale e suggestivo.


Note

  1. Wildt, Adolfo, Opere e insegnamenti, Milano, Skira, 1955.

  2. Crispolti, Enrico, La Galleria del Milione e l’arte astratta in Italia, Milano, Mazzotta, 1980.

  3. Marini, Mario, Scultura 15, Torino, Galleria d’Arte Moderna, 1935; I sette savi, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 1969.

  4. Barilli, Renato, Arte italiana del Novecento, Bologna, Il Mulino, 1992.

  5. Accademia dei Lincei, Premio Feltrinelli per la scultura, Roma, 1978.

Nessun commento:

Posta un commento

Corso di storia dell'arte: Chuck 1940

Chuck 1940 Close ⟨klóus⟩, Chuck (propr. Charles Thomas). - Pittore statunitense (n. Monroe, Washington, 1940). Si è formato a Seattle (Unive...